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Impresa
17 gennaio 2023

Tutto quello che c’è da sapere per aprire una startup

Una startup nasce dal desiderio di voler trovare una soluzione a un problema individuato nel presente, o che potrebbe porsi nel prossimo futuro, o ancora da un bisogno di migliorare qualcosa nella vita delle persone.

Per trasformarla in un’impresa però bisogna essere pratici: conoscere norme e leggi, meccanismi organizzativi e possibilità di finanziamento, strumenti di base che servono per dare alle idee una forma concreta. Decidere di aprire una startup significa mettersi in gioco, intraprendere un viaggio all’insegna dell’avventura il cui epilogo potrebbe avere risvolti imprevedibili.

SOMMARIO

Che cos’è una startup?

Non solo un’idea romantica, una storia di ostinazione e coraggio, prove e fallimenti, gioia e sconforto, notti insonni e cambi di prospettiva fulminei. Le startup sono anche entità riconosciute che possono, quindi, contare su alcune agevolazioni economiche e fiscali per fondatori e investitori.

Le startup sono aziende che puntano su prodotti e servizi fortemente innovativi. E spesso affrontano sfide che hanno un impatto trasformativo sulla società.

Definizione e tipologie di startup

Esistono diverse tipologie di startup, quelle legalmente riconosciute sono le startup innovative e le SIAVS (startup innovative a vocazione sociale). Per entrambe vale la medesima definizione legislativa, ma alle SIAVS sono state riconosciute maggiori agevolazioni.

La startup innovativa come tipologia di impresa è stata introdotta con il DL 179/2012 (convertito in Legge 221/2012) prevedendo alcune agevolazioni economiche e fiscali per fondatori e investitori.

Il DL 179/2012 agli articoli 25-32, ci offre definizione e caratteristiche proprie di una startup innovativa. In particolare, il comma 2 dell’art.25 recita

[…]la start-up innovativa è la società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, di diritto italiano ovvero una Societas Europaea, residente in Italia ai sensi dell’articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione, che possiede i seguenti requisiti[…]

Le SIAVS si distinguono per l’ambito in cui operano, nel dettaglio rientrano in questa categoria le startup che si occupano di:

  • assistenza sociale;
  • assistenza sanitaria;
  • educazione, formazione, istruzione;
  • tutela dell’ambiente e dell’ecosistema;
  • valorizzazione del patrimonio culturale;
  • turismo sociale;
  • formazione universitaria e post-universitaria;
  • ricerca ed erogazione dei servizi culturali;
  • formazione extra-scolastica finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica;
  • servizi strumentali alle imprese sociali resi da enti composti da più del 70% da organizzazioni che esercitano un’impresa sociale.

Requisiti e costi per avviare una startup innovativa

Affinché una startup possa essere definita innovativa, è necessario che l’azienda abbia alcuni requisiti specifici, come stabilito dall’art. 25 comma 2 DL 179/2012:

  • è costituita da non più di 60 mesi;
  • è residente in Italia o in uno degli Stati membri dell’Unione europea o in Stati aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo, purché abbia una sede produttiva o una filiale in Italia;
  • a partire dal secondo anno di attività della start-up innovativa, il totale del valore della produzione annua, così come risultante dall’ultimo bilancio approvato entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio, non è superiore a 5 milioni di euro;
  • non distribuisce, e non ha distribuito, utili;
  • ha, quale oggetto sociale esclusivo o prevalente, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico;
  • non è stata costituita da una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda.

Possiede almeno uno dei seguenti ulteriori requisiti:

  • le spese in ricerca e sviluppo sono uguali o superiori al 15% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione;
  • la forza lavoro è costituita per almeno 1/3 da dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori in Italia e all’estero presso istituti pubblici o privati a qualsiasi titolo, oppure per almeno 2/3 da soci o collaboratori a qualsiasi titolo in possesso di laurea magistrale;
  • è titolare o depositaria o licenziataria di un brevetto registrato relativo a un’invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale oppure è titolare dei diritti relativi a un programma per elaboratore originario registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore.

Come è fatta una startup e cosa la distingue dalle altre aziende?

Una startup deve essere scalabile, replicabile, temporanea e, ovviamente, innovativa.
  • Scalabile perché deve essere in grado di crescere in maniera esponenziale utilizzando poche risorse disponibili.
  • Replicabile per i suoi processi che, una volta testati, devono essere replicabili nel tempo e in diverse aree geografiche.
  • Temporanea, perché è un’organizzazione in cerca del suo business model scalabile e replicabile.
  • Innovativa perché il centro focale di ogni startup si traduce nel soddisfare un bisogno che non trova ancora soluzione nel mercato esistente.

Ma quanto costa avviare una startup?

Ci sono alcuni costi di avviamento, alcuni costi di gestione, un capitale minimo.

Costi di avvio

I costi di avvio possono essere stimati ma sono strettamente legati alle parcelle dei professionisti a cui ci si rivolge. In linea generale ci si attesta in media su 2.000 euro per notaio e imposte, a cui aggiungere tutti gli adempimenti annuali che competono a un’azienda.

Per prima cosa bisogna definire il tipo di società di capitali: la più diffusa è SRL (società a responsabilità limitata) per la quale è sufficiente 1€ di capitale sociale.

Dal 29 marzo 2021 non è più disponibile la procedura online per avviare una startup, per cui è necessaria la consulenza di un notaio. In media parliamo di 1.500+IVA di onorario a cui si aggiungono circa 200€ di imposte. Il notaio si occuperà anche dell’iscrizione nel Registro delle imprese, senza la quale non si può beneficiare delle agevolazioni.

Dopo la costituzione della società occorrerà aprirne la partita IVA e individuare un professionista che si occupi della contabilità e degli adempimenti fiscali. I costi di gestione si aggirano attorno ai 2.500€+IVA annui.

Vuoi scoprire i vantaggi del modello startup e perché conviene avviare una startup innovativa? Leggi il nostro articolo.

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