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Impresa
14 febbraio 2023

Come diventare startupper in 6 semplici passi

Decidere di aprire una startup significa essere consapevoli di intraprendere un viaggio non privo di rischi e difficoltà. Per questo, la prima cosa da fare è uno studio iniziale sul mercato di riferimento, poi bisogna stilare un business plan e documentarsi sui finanziamenti disponibili, pubblici e privati, per reperire liquidità. Anche se può sembrare un percorso difficile, con un po’ di organizzazione e tenacia si potrà raggiungere l’obiettivo: realizzare un’idea.

SOMMARIO

1. Trovare un’idea vincente

Avviare una startup significa rendere concreta un’idea, trovare una soluzione a un problema o rispondere a una necessità. Il successo verrà decretato dalla capacità di questa intuizione di riuscire a fare breccia nel mercato e, come anticipato, lo studio iniziale sul mercato di riferimento sarà fondamentale.

Un’idea imprenditoriale deve essere sviluppata, affinata, modificata prima di diventare concretamente un’impresa.

2. Definire il business model

Una volta definita l’idea, occorre rivolgersi al mercato e validarla, ovvero valutare se effettivamente esiste un bacino potenziale di clienti a cui rivolgersi. Una strategia solitamente utile è individuare un gruppo di early adopters (ovvero i nostri primi clienti) e chiedere loro di valutare l’idea. I feedback degli early adopters ci consentiranno di migliorare e affinare ulteriormente la nostra idea e di valutare la fattibilità della stessa.

Successivamente si definisce il business model per descrivere cosa fa la startup, come produce valore e qual è il suo vantaggio competitivo. Lo strumento più utilizzato è il Business Model Canvas. Con l’iscrizione gratuita alla GoBeyond Academy è possibile scoprire cos’è e come si utilizza un Business Model Canvas, oltre ad avere accesso a tanti altri approfondimenti pensati per supportare lo sviluppo di progetti sostenibili e a vocazione sociale che abbiano un impatto concreto.

Per creare un business model che rispecchi al meglio il progetto, è necessario rimanere imparziali ed oggettivi, valutare il mercato, costi e prodotti offerti.

3. Fare un’analisi di mercato

L’analisi del mercato di riferimento ci serve per molteplici ragioni. La prima è individuare i competitor e analizzare l’operato, da come utilizzano i mezzi promozionali alle caratteristiche del servizio o prodotto.

Inoltre, l’analisi di mercato serve per capire se possiamo ritagliarci uno spazio in questo mercato e cosa ci serve per ottenerlo. Solo così riusciremo a capire se effettivamente la nostra idea si può trasformare in un’azienda che genera profitti, perché ha clienti a cui rivolgersi.

Solo attraverso un’attenta analisi di mercato è possibile capire l’effettivo potenziale di un’idea.

4. Creare un business plan

Il Business Plan è un documento fondamentale per l’avvio di qualsiasi attività, in quanto serve a valutare la fattibilità di un progetto, nonché a prevedere la crescita e l’evoluzione. Il business plan include una descrizione degli obiettivi, delle figure professionali necessarie, del contesto di mercato e un’analisi del fabbisogno economico, indispensabile per individuare i finanziamenti necessari.

5. Trovare i finanziamenti

Come descritto nel nostro articolo sui modi per finanziare una startup, esistono diverse alternative a cui ricorrere. È una delle fasi più difficili, perché non ci sono ricavi e ancora non c’è un prodotto. Occorre armarsi di pazienza e valutare tutte le opzioni disponibili per acquisire liquidità tramite finanziamenti pubblici e privati, partecipando attivamente a contest e call dedicate alle startup.

6. Creare un piano di marketing e cominciare

Bisogna scegliere attentamente le attività promozionali da attivare all’inizio e soprattutto rivolgersi a un numero limitato di persone. Solo quando verrà raggiunto il product-market fit (piena soddisfazione dei clienti) si potranno attivare gli step successivi: mercato più ampio, nuove attività di marketing, nuove implementazioni di prodotto o servizio.

Il momento è ancora embrionale e i feedback dei nostri clienti sono il tesoro più prezioso che ci consente di trovare elementi da migliorare, ma anche di individuare i punti di forza su cui puntare.

Da qui in poi, l’unico obiettivo sarà la crescita e l’ampliamento. Sicuramente difficile, ma abbiamo le prove che qualcuno ce l’ha fatta e quelli dovranno essere i nostri fari da seguire.

Avviare una startup non sarà un percorso semplice, ma è importante non demordere e non arrendersi davanti alle difficoltà.

L’esempio virtuoso di una startup italiana

Da qualche anno è stato coniato un nuovo termine nell’ambito dell’innovazione, ovvero unicorno, un appellativo applicabile a quelle startup che hanno raggiunto un miliardo di dollari di valutazione. In Italia, ad esempio, tre ragazzi piemontesi hanno guadagnato il titolo di unicorno con la loro startup Satispay, grazie all’elaborazione di un sistema volto a semplificare i pagamenti digitali.

Satispay

Satispay è una delle startup italiane che ha avuto maggiore successo in ambito fintech.

Fondata nel 2013 da Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta, l’idea di base di Satispay è la necessità di rendere i pagamenti elettronici operazioni facili e veloci, un’idea lungimirante che si è consolidata durante la Pandemia. Infatti, a novembre 2020 avviene la prima grande svolta: vengono raggiunti 110 milioni di euro complessivi di investimenti dal 2013. La crescita non si arresta e a settembre 2022 ottiene un mega round da 320 milioni, superando la valutazione di 1 miliardo. Il caso Satispay mette in luce come spesso ci voglia tempo – ben 9 anni – e tenacia per raggiungere i primi risultati rilevanti.

È importante ricordare che ci sono attori che entrano in scena per supportare e facilitare il percorso di crescita di una startup, come GoBeyond con la sua Call for ideas dedicata a studenti, imprenditori e aspiranti innovatori.

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